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Il tasso interbancario Euribor a tre mesi, è sceso di oltre 3,5% rispetto a ottobre 2008, portando alle famiglie un risparmio medio di 200 euro al mese, che può arrivare a oltre 400 per un mutuo trentennale da 200 mila euro. Questi i dati elaborati da Mutuionline, che si basano sul tasso dell’1,76% di venerdì scorso.
Il taglio dei tassi di riferimento, che ha toccato il minimo record dell’1,5%, ha provocato la caduta verticale anche dell’Euribor a un mese, all’1,36%, e di quello a una settimana, attualmente all’1,09%o.
La Banca d’Italia, afferma che i tassi d’interesse sono scesi al di sotto del 5%, inoltre, sempre a gennaio il tasso medio sui nuovi prestiti bancari alle famiglie è sceso al 4,78% dal 5,08% di dicembre, mentre il tasso Taeg è sceso al 4,89% (dal 5,18% di dicembre). Le famiglie, infatti manifestano la decisione nella scelta del tasso variabile: nei primi due mesi del 2009 le richieste, secondo le rilevazioni di Mutuionline, sono quasi raddoppiate passando dal 17,2% di fine 2008 al 39,7 %.
Sono le stesse banche a spingere sul variabile, a discapito dello spread che risulta essere sempre più elevato. Le banche, infatti, acquistano la maggior parte del capitale con cui finanziano la propria attività sul mercato interbancario a breve termine, quindi pagando un costo pari al tasso Euribor, mentre le rate dei mutui a tasso fisso sono calcolate tenendo conto degli indici Irs, anch’esso ai livelli minimi in questo momento (il ventennale è pari al 3,83%).
Tuttavia molti istituti prevedono che, una volta superata questa crisi, l’Euribor tornerà a salire anche oltre il 4%, e quindi temono in futuro di ricavare dai prestiti a tasso fisso meno di quanto dovranno spendere per acquistare il denaro per i finanziamenti: da qui, la scelta di scoraggiare i mutui a tasso fisso.
Le banche, inoltre, chiedono sempre più garanzie a chi vuole accendere un mutuo, dalle fideiussioni alle coperture assicurative. E sono sempre meno frequenti le concessioni di finanziamenti per acquistare la casa fino all’80% del valore: per coprire una percentuale più elevata si ricorre in misura sempre maggiore alle assicurazioni che tutelano le banche per il restante 20%.
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