La nazionalizzazione delle banche

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In questi ultimi giorni Bruxelles ha inviato un messaggio agli stati a favore della nazionalizzazione delle banche.
Un provvedimento effettivamente un po’ contrario alla politica concorrenziale a cui ci ha abituato l’Europa e che secondo alcuni stati potrebbe aiutare a sollevarci dalla crisi.

Ecco alcuni requisiti che bisognerebbe adottare per mettere in atto il provvedimento:

“la piena trasparenza ex-ante e la rivelazione degli asset deteriorati delle banche scelte a godere dell’aiuto, sulla base di un’adeguata valutazione, certificata da esperti indipendenti e convalidata da un’autorità di supervisione del settore. Questa rivelazione degli asset deteriorati dovrebbe avvenire prima dell’intervento del governo”.

“Una volta che gli asset sono stati valutati nel modo appropriato e sono state identificate le perdite che porterebbero ad una situazione di insolvenza senza l’intervento dello stato, la banca dovrebbe essere messa in amministrazione controllata o liquidata, secondo la legge nazionale e comunitaria”. In queste situazioni, prosegue Bruxelles, “per preservare la stabilità finanziaria e la fiducia, potrebbe essere appropriato prevedere delle garanzie o delle protezioni per i detentori di bond” ma “dove ciò appare sconsigliabile per questioni di stabilità finanziaria, la banca potrebbe beneficiare di aiuti sotto forma di garanzia o di acquisto di asset limitato allo stretto necessario per continuare ad operare per il periodo necessario a trovare un piano o per la ristrutturazione o per la liquidazione”.

In alcuni casi inoltre, “gli azionisti potrebbero sopportare le perdite almeno finché’ lo richiedono i limiti regolatori dei requisiti patrimoniali. Potrebbe anche essere considerata l’opzione della nazionalizzazione” aggiunge Bruxelles nel testo.

Fonte tgfin

Tremonti ha affermato una cosa giustissima:
“Bisognava nazionalizzare le banche fin dall’inizio della crisi. Questo avrebbe avuto un effetto-fiducia. Poi si sarebbe potuto riprivatizzarle. Farlo ex post significa perdere un sacco di soldi e forse peggiorare la crisi”

Sul fatto che farlo ex post significa perdere molti soldi ho i miei dubbi, ma sicuramente un messaggio di nazionalizzazione degli istituti creditizi in passato avrebbe ridato un colpo di fiducia ai mercati, ammortizzando meglio la caduta.
Purtroppo quando la crisi ha avuto inizio non era così chiara come ora, ma era circondata dall’incertezza completa del futuro. Le conseguenze della caduta a catena del mercato portava con sé una sfiducia generale e forse nemmeno gli stati si sono sentiti erano in grado di rischiare un intervento.

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