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L’indicatore sintetico di costo (Isc), che riassume in un unico numero gli oneri totali annui di questi prodotti, è una delle principali novità previste dalla disciplina secondaria che la Banca d’Italia intende adottare in materia di trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari.
L’obiettivo del disegno normativo è quello di facilitare la comparazione degli strumenti diffusi tra gli utenti privati, per rendere più concrete le possibilità di cambiare il conto corrente senza spese di chiusura e di rinegoziare il mutuo senza penali, introdotte dal decreto Bersani.
Per il momento, il lavoro di Bankitalia si focalizza sull’Isc di conto corrente e su quello dell’apertura di credito, cioè del fido a disposizione sul conto per i clienti al dettaglio (che sono definiti come consumatori, enti senza finalità di lucro e piccole e medie imprese con fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro). Ulteriori disposizioni sull’Isc sono rimandate a dopo il recepimento della direttiva europea sul credito personale, che adotta una base di calcolo del Taeg adatta anche a finanziamenti diversi da quelli al consumo (l’attuale, non include oneri accessori come l’assicurazione obbligatoria sull’immobile per i mutui).
Poiché anche conti correnti e aperture di credito possono dare luogo a infinite declinazioni di utilizzo, l’Autorità di Vigilanza ha previsto tre modelli standard (passibili di modifiche) desunti da un’indagine campionaria, nei quali far ricadere il prodotto offerto da etichettare con l’Isc.
Per i conti correnti, anche quelli online, sono delineate 3 ipotesi:
- a operatività bassa, che conta 29 movimentazioni (linee dell’estratto conto) di cui 22 a pagamento e 7 esenti e una giacenza di 5.000 euro;
- a operatività media, con 131 movimentazioni (99 a pagamento) e 10.000 euro di giacenza;
- a operatività alta, con 290 movimentazioni (207 a pagamento) e 15.000 euro di giacenza.
Le operazioni a pagamento comprendono le richieste di elenco movimenti, i prelievi di contante allo sportello, i prelievi bancomat presso altre banche, i bonifici, i pagamenti o versamenti con assegno; quelle gratuite i pagobancomat, le comunicazioni di trasparenza, l’invio dell’estratto conto. L’Isc esclude solo gli interessi e le imposte e presume che il consumatore non abbia sottoscritto altri prodotti finanziari associati al conto, a eccezione di una carta di credito e una di debito. Le operazioni in franchigia, quando previste, si assumono ripartite uniformemente nell’anno; dunque una loro concentrazione temporale potrebbe far lievitare il conto.
Per le aperture di credito, meno standardizzabili, le supposizioni sono più stringenti. Bankitalia ipotizza tre modalità di utilizzo, con una base di 10mila euro di fido per un periodo di tre mesi: una per l’intero importo per 29 giorni; una parziale per 30 giorni continuativi (1.000 euro per 29 giorni e 5.000 euro per un giorno); una sempre parziale, ma con una intensità diversa nel tempo (1.000 euro per 29 giorni e 10mila euro per un giorno). Questo perché sull’Isc dell’apertura di credito può incidere notevolmente la commissione di massimo scoperto, oltre che gli interessi passivi, le commissioni e le spese di istruttoria della pratica di fido.
L’Isc da riportare nei fogli informativi da consegnare ai clienti può non risultare esaustivo per via delle loro diverse esigenze e, quindi, Bankitalia incoraggia gli intermediari a rendere disponibili online schemi che permettano di calcolare un Isc personalizzato.
Fonte: ilsole24.it
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